di Antonella Fusco
Il Teatro romano: bellezza della sobrietà. Uno dei simboli storici della città di Benevento. Il patrimonio archeologico, via rivelativa dell’essere, condensa la biografia di una nazione. Diviene storia eloquente: l’Io che si apre al Tu per crescere nel Noi. Bellezza dell’umanità. Là dove bellezza è respiro, pienezza, luce. È sguardo vissuto come sentire interiorizzato. Orientiamo la nostra sensibilità verso la comprensione e l’amore del patrimonio culturale. Uno sguardo costruttore di ponti, per entrare nel fluire della storia, per illuminare la coscienza che testimoni l’umano che è in noi. La storia, relazione con l’altro che sappia accogliere, interrogare i segni, renderli vitali, è linfa, sguardo rinnovante. Come in un sapiente mosaico in cui ogni tessera è legata alle altre e perde senso se ne viene separata. Il Teatro romano, espressione identitaria della nostra storia, diventa, a sua volta, storia universale; si eleva a valore dell’umanità. Questo nasce da uno sguardo rigenerato: il Teatro romano non solo come struttura architettonica per coloro che vogliono sapere del passato, attraverso la visione diretta del tessuto monumentale, ma come monumento che vive attraverso un nuovo viaggio: è partire, durare, essere trasformati, giungere. Giungere non come compimento di un’esperienza, ma un nuovo punto di partenza. È memoria che diviene continuità. In questo dinamismo il Teatro romano si riapre alla vita. C’è una nuova luce: da luogo aperto, in termini conoscitivi, diventa luogo vissuto. Vissuto nella condivisione, nel confronto e nella consapevolezza: l’informazione assume il carattere di formazione che promuove una luminosa partecipazione civica, favorendo un senso di appartenenza che si apre verso l’altro, in termini di rispetto e di accoglienza. Perché ognuno è portatore di una storia personale che si traduce in patrimonio culturale. Conoscere, allora, è fondere gli aspetti razionale e formale con quelli simbolico-affettivi, in cui la ragione si armonizza con le pascaliane “ragioni del cuore”. Con questo cuore pulsante, il Teatro romano è luogo d’incontro concreto della creatività umana, dove dialogano varie arti, i cui diversi linguaggi, testimoniano lo stato d’anima dell’uomo di tutti i tempi. Dallo splendore della costruzione iniziale, rinasce alla bellezza della vitalità di un viaggio senza fine. Bellezza vissuta non solo come contemplazione, ma come contemplazione attiva, azione, in cui l’impegno per il mondo possa crescere in impegno nel mondo. Aprirsi, allora, al mondo e alla propria interiorità, significa coltivare uno sguardo, come virtù visiva capace di andare oltre. Quell’oltre che sappia cogliere ciò che non si vede, ma si sente, perché lo spazio fisico sia anche spazio interiore e il tempo trascorso, dinamismo di un presente che fruttifica. Imparare dalla storia per vivere responsabilmente il presente e progettare un futuro aperto alla generosità, alla prontezza e alla prossimità. Un futuro radioso, perché la storia, memoria senza confini, alimenti verità e pace. Spazio e tempo si intrecciano in una dimensione umanistica e relazionale. Si aprono ad una riflessione costruttiva che si orienta verso una consapevolezza vissuta non come semplice presa visione, come registrazione della realtà fisica in sé, ma come dialogo che si instaura tra l’interiorità e la realtà e si traduce in un agire verso il bene comune. Tutelare il patrimonio storico è tutelare un’eredità feconda. Educhiamo alla vita con la vita, attraverso lo sguardo che ne è l’espressione pregnante. Una vita realizzata non solo attraverso eventi straordinari, ma anche attraverso l’ordinario, avvertito e vissuto come straordinario, trasfigurato da un sentire nuovo ed ulteriore. Manzoni ricorda che la storia è fatta anche di tanti “Renzo e Lucia”. Di piccoli grandi gesti, quelli semplici, silenziosi che operano grandi trasformazioni e che riportano alla coscienza sensibile di chi sa andare oltre. Siamo, dunque, testimoni di bellezza del patrimonio dell’umanità, in quanto portatore di quell’universo di valori che concorrono alla crescita dell’uomo, arricchendola. Conducendola verso il sorgere di una vitale sensibilità sociale. Pienezza d’anima.