Nel mese di agosto, a Benevento, si è tenuto un incontro con oltre 30 vescovi, provenienti da 12 Regioni diverse, per dibattere sul progressivo spopolamento delle aree interne del nostro Paese, dei problemi sociali che ciò comporta e dell’irreparabile perdita culturale e storica che questo processo di metropolizzazione implica.
Dal dibattito è emersa la necessità di una diversa e più lungimirante progettualità, di una nuova e condivisa sensibilità politica e sociale per affrontare, tutti insieme, gli annosi problemi infrastrutturali, economici e sociali delle nostre aree interne.
La sensibilità, l’impegno, sono le coordinate della missione per essere sempre in difesa degli emarginati, degli anziani e di tutti quelli che vivono o percepiscono la vita, in queste aree disagiate, con sofferenza. Papa Francesco, con un messaggio indirizzato ai Vescovi partecipanti all’incontro, ha ribadito con forza la necessità di avere una comunione di intenti a difesa della vita e della dignità umana, del lavoro, del creato e di tutti quelli che sono o si sentono ai margini della società.
Il Sannio non sfugge a questa triste realtà, nonostante una storia millenaria, la bellezza dei luoghi, un tessuto rurale e paesaggistico unico fatto di borghi, masserie, fontanili, e di cappelle che costituiscono un notevole patrimonio religioso, diffuso sia nelle campagne e che nei paesi, che oltretutto è foriero di un forte senso di comunità.
Il bando del Ministero della Cultura per il restauro e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, attingendo ai fondi del PNRR, rappresenta un’importante novità; finalmente si ragiona nell’ottica di valorizzare un patrimonio storico culturale unico al mondo e con un focus particolare alle aree interne. Nelle note di accompagnamento al bando il Ministero fa questo inciso: “Le misure del fondo disponibile variano a seconda della Regione, l’obiettivo è invece uguale per tutti: promuovere le aree interne e le zone rurali per tornare a crescere.”
La regione Campania è, senza dubbio, quella che ha ricevuto più fondi nella ripartizione Nazionale, oltre 70 milioni di euro. Ci saremmo, quindi, aspettati che intorno a questo bando si aprisse una costruttiva discussione sui criteri di attribuzione e sulle politiche del territorio. Invece niente, c’è stato e c’è un silenzio assordante a tutti i livelli sia politici che sociali, una noncuranza e disattenzione che lasciano senza parole.
Nondimeno la gestione del bando da parte dell’assessorato al territorio della Regione Campania solleva non poche perplessità: la mancanza di confronto e di dialogo attraverso uno sportello dedicato, l’impossibilità, per i proponenti, di capire i criteri di attribuzione dei punteggi e la scarsa trasparenza (non c’è né il luogo né l’oggetto del finanziamento) generano un clima di sfiducia e rassegnazione. Il confronto con le altre regioni è impietoso, dal momento che nella stragrande maggioranza il confronto con gli assessorati competenti è reso possibile attraverso sportelli pubblici e numeri verdi dedicati e le graduatorie parziali di finanziamento, inoltre, sono complete in tutti i loro aspetti fornendo preziose informazioni sul bene oggetto di finanziamento.
Con rammarico questa vicenda è da considerarsi una grande occasione persa.
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