«L’ardente aspettativa della creazione
è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio» (Rm
8, 19)
Carissimi/e,
quest’anno, il Santo Padre
Francesco, ci propone, come cammino di conversione per la Quaresima, di
verificare la nostra relazione con il creato e le risorse della natura che Dio
mette a disposizione dell’intera umanità. La realtà ci mostra molte
contraddizioni: ad esempio, il divario fra aree del mondo, la “guerra a pezzi”,
le questioni climatiche e ambientali. Le possibilità di azione sono due: o ci
chiudiamo in noi stessi, nel nostro egoismo; o torniamo a camminare, a cercare
una strada, una modalità di trattare le cose della vita più corrispondente
rispetto a quella seguita fino ad ora.
Leggendo il messaggio del pontefice, restano impresse
tre parole chiave: Il cammino, la redenzione del creato e la
distonia con la legge del cuore.
Il cammino indica la traiettoria
necessaria e la meta per continuare a vivere in armonia con il Creato uscendo
dalla contingenza dell’istante, dalla contingenza della nostra vita, un istante
rispetto all’eternità.
La redenzione del creato, la legge
del cuore che ci dona la natura e ci rende un tutt’uno con essa… deve essere
riconosciuta e recuperata in questo cammino indicato.
Infine la distonia con la legge del cuore,
il peccato, crea distruzione perché l’uomo si mette al centro dell’Universo e
ritiene di essere la misura ultima delle cose. La ragione come misura ultima
delle cose, usata sempre nella logica del tutto e subito e dell’avere sempre di
più.
Nel Messaggio per la Quaresima si parla appunto di
sguardo fisso su di noi. Spesso dimentichiamo di avere ricevuto in dono la vita
e il creato, di essere custodi e non padroni del giardino, e quindi di poterlo
utilizzare secondo il suo istante terreno. Già il papa emerito, Benedetto XVI,
nella Caritas in veritate ricordava che la sfida del cambiamento
climatico richiede anche e soprattutto lo sforzo di governi, imprese,
istituzioni religiose, società civile e di tutti gli uomini di buona volontà,
per un “agire insieme e concordi” che abbia come obiettivo il bene comune e la
innata dignità di ogni essere umano.
Una affermazione suffragata dai dati: oggi solo il
17% della popolazione mondiale vive nei Paesi OCSE e detiene oltre il 60% del
Prodotto Interno Lordo (PIL) mondiale. Nei Paesi non-OCSE vive invece l’83%
della popolazione mondiale, il 17% di questo 83% si trova in Africa con un PIL
totale inferiore al 3%. Ci sono 8 persone nel mondo che possiedono la stessa
ricchezza (426 miliardi di dollari) della metà più povera del pianeta (3,6
miliardi di persone). Nel 2040 la popolazione mondiale crescerà da 7 a 9
miliardi: un miliardo solo nel continente africano. Sono 2,8 miliardi Infine le
persone nel mondo che a livello domestico utilizzano risorse non pulite per
cucinare, questa pratica causa circa 4 milioni di morti l’anno per malattie
respiratorie, in prevalenza donne e bambini.
Partendo dal versetto 8,19 della Lettera ai romani,
Papa Francesco, ribadisce che il tempo che precede la Pasqua deve essere
l’occasione per accogliere “nel concreto” nella propria vita “la vittoria di
Cristo sul peccato e sulla morte”, attirando così “anche sul creato la sua
forza trasformatrice”.
“Abbandoniamo l’egoismo, lo sguardo fisso su
noi stessi, e rivolgiamoci alla Pasqua di Gesù; facciamoci prossimi dei
fratelli e delle sorelle in difficoltà, condividendo con loro i nostri beni
spirituali e materiali”, questo
è uno dei passaggi chiave del messaggio per la Quaresima 2019.
Per i 40
giorni che precedono la Pasqua, il Papa propone quest’anno di “entrare nel
deserto del creato” perché torni ad essere “quel giardino della comunione con
Dio” per portare “la speranza di Cristo anche alla creazione” e liberarla dalla
schiavitù della corruzione. Come ci si può riuscire? Nel suo Messaggio, il
Santo Padre, torna a proporre i 3 strumenti dei periodi di crescita spirituale:
il digiuno, la preghiera e l’elemosina.
Se la Quaresima del Figlio di Dio “è stata un entrare
nel deserto del creato per farlo tornare ad essere quel giardino della
comunione con Dio che era prima del peccato delle origini”, i cristiani sono
chiamati a “incarnare più intensamente e concretamente il mistero pasquale
nella loro vita personale, familiare e sociale”, in modo speciale attraverso
“il digiuno, la preghiera e l’elemosina”. Digiunare, scrive Papa Bergoglio,
vuol dire rinunciare alla tentazione di “divorare” tutto per “saziare la nostra
ingordigia”; pregare significa “saper rinunciare all’idolatria e
all’autosufficienza del nostro io; e fare elemosina ci aiuta a “uscire dalla
stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di
assicurarci un futuro che non ci appartiene”. Su questi binari, è possibile
“ritrovare la gioia del progetto che Dio ha messo nella creazione e nel nostro
cuore”: l’amore, unica sorgente della “vera felicità”.
Il peccato “porta l’uomo a ritenersi dio del creato,
a sentirsene il padrone assoluto e a usarlo non per il fine voluto dal
Creatore, ma per il proprio interesse, a scapito delle creature e degli altri”.
Vivere da figli di Dio, da persone redente, per fare del bene anche al creato,
significa dire NO! alla logica del tutto e subito, dal voler avere sempre di
più. L’abbandono della legge di Dio, porta all’avidità, alla brama di uno
smodato benessere, al disinteresse per il bene degli altri e spesso anche per
il proprio, fino a tradursi nello sfruttamento del creato, delle persone e dell’ambiente,
secondo quella “cupidigia insaziabile che ritiene ogni desiderio un diritto e
che prima o poi finirà per distruggere anche chi ne è dominato”.
Il Messaggio è un invito a diventare persone nuove, sentendoci
pienamente parte della creazione. “Se l’uomo vive da figlio di Dio, se vive da
persona redenta, che si lascia guidare dallo Spirito Santo e sa riconoscere e
mettere in pratica la legge di Dio”, egli “fa del bene anche al creato,
cooperando alla sua redenzione”. Quando infatti “la carità di Cristo trasfigura
la vita dei santi”, questi “danno lode a Dio e, con la preghiera, la
contemplazione, l’arte coinvolgono in questo anche le creature”, come dimostra
eloquentemente il Cantico di frate sole di San Francesco d’Assisi. Per questo,
prosegue il Papa, “il creato ha la necessità impellente che si rivelino i figli
di Dio, coloro che sono diventati “nuova creazione”.
La Quaresima diventa così “segno sacramentale” di
una conversione che “chiama i cristiani a incarnare più intensamente e
concretamente il mistero pasquale nella loro vita personale, familiare e
sociale, in particolare attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina”.
Con affetto fraterno auguro una buon cammino quaresimale
e una Santa Pasqua.
don Nicola De Blasio
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