Parte da un gruppo di studenti laici della sezione San Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli la voglia di rinnovamento della Teologia. Hanno il coraggio di sognare così come Papa Francesco e hanno deciso di farlo sapere al Santo Padre attraverso una lettera a lui indirizzata. Un documento, breve ma essenziale, frutto di mesi di lavoro di venticinque studenti coadiuvati da due docenti di Storia della Chiesa dell’ateneo pontificio. Fra i redattori della lettera anche due studentesse della diocesi di Benevento: Lella Preziosi di San Giorgio del Sannio e Barbara Gentile di Benevento, entrambe al V anno Baccalaureato.
È
alle porte un convegno teologico di caratura mondiale che si svolgerà, il 20 e
21 giugno a Napoli, alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale,
sez. S. Luigi, sulla suggestiva collina di Posillipo. “La Teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto del
Mediterraneo” è solo l’ultima delle tante iniziative promosse dall’ateneo
gesuita per contestualizzare una teologia che non si cristallizzi al solo
livello accademico, ma diventi impegno concreto, teologia incarnata, da vivere
appieno nella cornice del mare nostrum,
crocevia di popoli, culture, religioni, incontri, scontri.
Ad
attirare, però, l’attenzione accademica e mediatica è stato sicuramente
l’annuncio, dato a febbraio dal Decano della Facoltà padre Pino Di Luccio,
della partecipazione del Santo Padre Francesco alla seconda e conclusiva
giornata del convegno: un evento unico per un Sommo Pontefice, chiamato a
chiudere la sessione di lavori riguardanti proprio un suo documento
magisteriale.
Nell’entusiasmo
generale, stimolati da un sincero e comune afflato per la ricerca teologica, è
stata accolta e concretizzata dagli studenti laici (poco più di una ventina in
tutto, per la maggior parte donne) della stessa facoltà l’idea di due docenti
di Storia della Chiesa, la professoressa Anna Carfora e il professore Sergio
Tanzarella, di organizzare un tavolo di lavoro, sollecitati, in particolar
modo, dall’approfondimento del Proemio
della Veritatis gaudium.
Gli
spunti per il dibattito sono stati vari e hanno talmente appassionato gli
studenti da essere condensati nella stesura di una lettera, indirizzata proprio
al Santo Padre, dal titolo tagliente e provocatorio “Prima che gridino le
pietre” in cui, seppur brevemente, sono esposti temi caldi che dovrebbero
permeare l’attualità ecclesiale ad intra.
Si
procede con ordine: partendo da un’analisi lucida, seppur fugace, del contesto
in cui il cristiano è chiamato a testimoniare la sua fede, si procede ad
analizzare il ruolo precipuo dei laici e la necessità di ampliare una
definizione tuttora carente che non delinea appieno il suo identikit
all’interno della variegata compagine ecclesiale. Il paragrafo successivo,
molto caro ai redattori, viene dedicato al ruolo della donna in quanto fedele
cristiana laica, denunciando l’antifemminismo clericale, recuperando “il
riconoscimento di una dignità creaturale che proviene dalle Scritture”, e riconoscendone,
in ambito teologico, il valido supporto intellettuale. Viene affrontato poi
l’argomento originario, ovvero quello inerente le facoltà teologiche: lo studio
scientifico e accademico del messaggio cristiano deve essere aperto a chiunque
desideri intraprendere questo cammino, una strada “ampliata a chiunque desideri
calpestarla a piedi nudi, anche una donna, costituendo idealmente una via unitatis del genere umano, un vero
equalizzatore”, che possa dare anche proficui sbocchi lavorativi, come viene auspicato
nel paragrafo susseguente, proponendo praticamente l’istituzione di un master o
dipartimento per una Politica Internazionale Integrata, con la collaborazione
di università estere.
Il saluto conclusivo di questi giovani teologi esprime due desideri: mantenere nel tempo una corrispondenza diretta con il Santo Padre e ricevere, all’interno del convegno, un suo saluto speciale, affinché non dimentichi che troverà sempre nei laici della facoltà “una porta di speranza e delle pietre vive!”.
Lella Preziosi
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