Nuovo attesissimo appuntamento al Cives – Laboratorio di formazione al bene comune svoltosi presso la sede del Centro di Cultura “R. Calabria” di Benevento. Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud è intervenuto ieri giovedì 28 marzo per dare il suo contributo sul tema “Liberi di vivere e lavorare al Sud”. Con lui Danilo Parente, presidente provinciale ACLI, a sostanziare, dati alla mano, le vocazioni e le potenzialità lavorative del nostro territorio. Ha introdotto i lavori Ettore Rossi, direttore dell’ufficio per i problemi sociali e il lavoro della diocesi di Benevento: “La questione si fa stringente. Il nostro Mezzogiorno rischia di essere un Paese per vecchi, stretto nella morsa delle potenzialità inespresse e dei cervelli in fuga”. Di certo, incalza il direttore, non saranno risolutivi i recenti provvedimenti per il reddito di cittadinanza e per la risoluzione delle problematiche legate alla disoccupazione al Sud. “Le questioni avrebbero meritato approcci culturali, politici e sociali diversi, la consapevolezza della necessità di riqualificare le competenze possedute e di accogliere nuove sfide nella formazione dei giovani”. Danilo Parente sembra attingere da uno scenario futuristico le nuove sfide lavorative che coniugheranno vecchi lavori e sfide inedite in tema di competenze “In futuro ci sarà bisogno di nanomedici, di costruttori di parti del corpo, di piloti spaziali e guide turistiche dello spazio, e i giovani del Sud non dovranno farsi trovare impreparati”. I giovani di Benevento di certo non saranno colti in fallo almeno a giudicare dagli esiti post laurea degli iscritti al Dipartimento di Ingegneria di UniSannio, che li vede impiegati nel brevissimo termine nel mondo o a giudicare dalla recente conquista della città a “capitale europea del vino”. Il Presidente Acli annuncia infine un prossimo concorso internazionale per oboe e clarinetto che si terrà in città.
Carlo Borgomeo si dice più certo che, rispetto
alle roboanti tipologie di lavoro prospettate, il Sud debba ancorarsi alla
propria vocazione territoriale e trasformarla in occupazione. Poi fornisce
alcuni dati. Su questi presupposti
Fondazione con il Sud finanzia percorsi progettuali. In undici anni ha erogato 200 milioni di euro per 1.100
progetti, tutti destinati al terzo settore. Sono stati finanziati asili nido,
iniziative di lotta al bullismo e alle violenze di genere, di inclusione di
soggetti a rischio, disabili ed ex detenuti, recupero di beni ambientali; sono
stati valorizzati ben 72 beni confiscati alle mafie e riutilizzati per
scopi sociali. Di questi progetti i 4/5 continuano ad esistere anche
dopo la fine del finanziamento, precisa Borgomeo. Il successo di Fondazione con
il Sud sembra essere inversamente
proporzionale alla capacità dei soggetti che dovrebbero agire per il Sud. “La
questione è capire perché il Sud non ha recuperato il divario dopo 70 anni di
politiche speciali”. Tante le speculazioni che nel tempo la politica ha
prospettato. Il Presidente prova ad indicarne ed interpretarne alcune: “Il Sud
è incapace e corrotto”; “Tutta colpa del
Nord”; o ancora ”La causa è da ascriversi al post unità d’Italia con il
saccheggio di Cavour”. Poi cita
Benedetto Croce che sembra aver scritto non più tardi di ieri nella sua “Storia
del regno di Napoli” che: ”Quelli del Sud dicono che il Nord è egoista; quelli
del Nord che il Sud cerca assistenzialismo”. Altri nascondono messaggi razzisti
dietro frasi del tipo: ”Il Sud è così perché i meridionali sono così”. Oppure usano messaggi razzisti più velati del
tipo: ”E’ questione di mentalità”. ”Come se ci fossero latitudini in cui si
sviluppi certa mentalità meridionale!”, tuona Borgomeo. Pur riconoscendo il
valore di tanti politici meridionali di pregio, è innegabile che a lungo si è
cercato mero assistenzialismo. “L’obiettivo era per Napoli di puntare allo
stesso PIL di Milano”. Niente di più sbagliato per la crescita reale di un’area
delicata come quella del Mezzogiorno. La differenza tra la Lombardia o l’Emilia
Romagna e la Campania o la Calabria è nel numero di asili nido che penalizzano
le regioni del sud. E’ provato, riferisce il Presidente, che lo sviluppo
neurologico che va da 0 a 3 anni è fondamentale e non recuperabile quando i
bambini non possono frequentarli. Dunque, occorre puntare al capitale sociale,
da cui dipende quello economico. La perequazione deve riguardare le opportunità
di crescita del capitale umano. Borgomeo cita
Bill Gates che, dice, se volesse
regalare fondi ad una regione deprivata
del Sud non saprebbe di fatto a chi rivolgersi e l’operazione finirebbe per
rimpinguare le casse delle mafie. Il recupero sociale è possibile ed
auspicabile, come testimonia l’esperimento sociale di oltre cinquanta giovani
nel Rione Sanità di Napoli, che sono oggi in grado di mostrare la propria busta paga ai papà
camorristi. Poi Borgomeo conclude con un monito ai tanti giovani presenti in
sala facendo riferimento alle nuove competenze
chiave da possedere: “Imparate l’inglese
e i linguaggi informatici e, piuttosto che aspettare, fate qualcosa, anche a
titolo gratuito. Emigrate pure, perché l’atrocità dell’allontanarsi non è il
voler andar via, ma l’essere costretti a farlo”.
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